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Pubblicato il 24 aprile 2023

Aiuti di Stato: il quadro di valutazione 2022 evidenzia che nel 2021 i livelli di aiuti di Stato sono rimasti elevati per far fronte agli effetti economici della pandemia

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Il quadro di valutazione annuale sugli aiuti di Stato offre, sulla base delle relazioni fornite dagli Stati membri, una panoramica completa della spesa dell’UE in materia di aiuti di Stato. Oggi la Commissione europea pubblica il quadro di valutazione 2022 sugli aiuti di Stato, relativo alla spesa per gli aiuti di Stato nel 2021. L’edizione 2022 evidenzia l’importante contributo apportato dalla politica in materia di aiuti di Stato all’obiettivo di consentire agli Stati membri di continuare a sostenere le imprese nel difficile contesto economico causato dalla pandemia di coronavirus, preservando al contempo la parità di condizioni nel mercato unico.

Nel 2021 gli Stati membri hanno complessivamente speso 335 miliardi di € in misure di aiuti di Stato, escludendo gli aiuti alle ferrovie e ai servizi di interesse economico generale (“SIEG”). I dati indicano che il 57% circa del sostegno fornito (approssimativamente 191 miliardi di €) ha aiutato le imprese gravemente colpite dalla pandemia di coronavirus a rimanere redditizie.

Il quadro di valutazione sugli aiuti di Stato 2022 evidenzia in particolare che, per la spesa per gli aiuti del 2021:

  • gli Stati membri hanno complessivamente speso 334,54 miliardi di €, corrispondenti al 2,3% circa del loro PIL combinato del 2021, in aiuti di Stato, escludendo gli aiuti alle ferrovie e ai SIEG.  Mentre la spesa totale per le misure legate agli effetti economici della pandemia di coronavirus ha raggiunto i 190,65 miliardi di € (circa il 57% della spesa totale per aiuti di Stato), il sostegno pubblico ad altre misure non legate alla pandemia è stato pari a 143,89 miliardi di € (il 43% circa del totale);
  • rispetto al 2020, nel 2021 la spesa per gli aiuti di Stato degli Stati membri ha registrato una diminuzione pari a -1,9%, tenuto conto degli effetti dell’inflazione (6,17 miliardi di €). Nello specifico, la spesa connessa all’emergenza COVID-19 è aumentata del 4,7% a prezzi costanti (ossia 8,6 miliardi di €) e il sostegno ad altre misure è diminuito dell’1,7% (2,43 miliardi di €);
  • per quanto riguarda la spesa per gli aiuti di Stato nel contesto della pandemia di coronavirus, Malta e Grecia sono gli Stati membri che hanno speso di più in aiuti di Stato legati all’emergenza COVID-19, proporzionalmente al PIL nazionale del 2021 (rispettivamente 2,48% e 2,46%), seguiti da Austria (2,1%), Slovenia (2%), Lettonia e Slovacchia (entrambe attorno all’1,9% del PIL) e Germania (1,8%). La Svezia (0,21%) e il Belgio (0,22%) sono gli Stati membri che hanno speso meno in termini relativi, seguiti dall’Estonia e dall’Irlanda (ciascuna lo 0,4%);
  • per quanto riguarda la spesa per aiuti di Stato per obiettivi diversi dall’emergenza coronavirus:
    • gli Stati membri dell’UE a 27 hanno speso 143,89 miliardi di € in aiuti di Stato per altre misure non legate alla pandemia di coronavirus, pari allo 0,99% del PIL 2021 dell’UE a 27 e al 43% della spesa totale. I dati evidenziano una diminuzione rispetto agli importi del 2020, mentre la variazione media annua registrata nel periodo 2015-2020 era sempre rimasta positiva. Ciò sembra indicare che nel 2021, con il protrarsi dell’emergenza COVID-19 e la conseguente necessità di prorogare la concessione delle misure di aiuto nel contesto della pandemia di coronavirus, gli Stati membri hanno lievemente ridotto la loro capacità di spesa per obiettivi non legati alla crisi;
    • in linea con gli anni precedenti, anche nel 2021 la protezione dell’ambiente e il risparmio energetico sono gli obiettivi politici (non legati alla crisi) per i quali gli Stati membri hanno speso di gran lunga di più (69 miliardi di €). La ricerca e sviluppo, in particolare l’innovazione, è diventato il secondo obiettivo per il quale gli Stati membri hanno speso di più (18,77 miliardi di €, ossia un incremento di 6,48 miliardi di € rispetto al 2020), seguito dallo sviluppo regionale (14,21 miliardi di €);
    • nel solco della tendenza già registrata, gli Stati membri ricorrono sempre più spesso al regolamento generale di esenzione per categoria (“GBER”), che prevede la possibilità di attuare determinate misure che hanno un impatto limitato sul mercato interno senza previa approvazione della Commissione, nonché ad altre esenzioni settoriali per categoria (il regolamento di esenzione per categoria del settore agricolo (“ABER”) e il regolamento di esenzione per categoria del settore della pesca (“FIBER”)). Nel 2021 gli Stati membri hanno attuato 2 365 nuove misure ai sensi del GBER, 296 nuove misure ai sensi dell’ABER e 29 nuove misure ai sensi del FIBER, corrispondenti complessivamente all’83% di tutte le nuove misure di aiuti di Stato. Escludendo le misure connesse all’emergenza COVID-19 e le misure adottate nel quadro dell’ABER e del FIBER, le nuove misure ai sensi del GBER rappresentano il 93% del totale delle nuove misure non legate alla crisi. La spesa per queste ultime misure è cresciuta nel 2021 rispetto all’anno precedente (+10%, 5,8 miliardi di € in termini reali), registrando quindi un aumento superiore a quello realizzato nei due anni precedenti (+6% nel 2020 e +8% nel 2019), a fronte della riduzione generale della capacità di spesa per gli obiettivi non legati alla crisi.

Contesto

Il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato legati all’emergenza COVID è stato adottato il 19 marzo 2020 per consentire agli Stati membri di avvalersi appieno della flessibilità prevista dalle norme in materia di aiuti di Stato al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’emergenza coronavirus. Il quadro temporaneo è stato modificato il 3 aprile, l’8 maggio, il 29 giugno e il 13 ottobre 2020 e il 28 gennaio e il 18 novembre 2021. Come annunciato nel maggio 2022, il quadro temporaneo legato all’emergenza COVID non è stato prorogato oltre la data di scadenza fissata del 30 giugno 2022, con alcune eccezioni.

Il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato legati all’emergenza COVID ha integrato le numerose altre possibilità di cui dispongono gli Stati membri, quali le misure di compensazione per le imprese che hanno subito danni direttamente causati da circostanze eccezionali o le misure che aiutano le imprese a far fronte alla carenza di liquidità e alla necessità di aiuti di emergenza.

Inoltre il 23 marzo 2022 la Commissione europea ha adottato un quadro temporaneo di crisi per consentire agli Stati membri di avvalersi della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il quadro temporaneo di crisi è stato modificato il 20 luglio e il 28 ottobre 2022 per integrare il pacchetto di preparazione all’inverno e, in linea con gli obiettivi del piano REPowerEU, con il regolamento relativo a un intervento di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell’energia (regolamento (UE) 2022/1854) e con la proposta della Commissione relativa a un nuovo regolamento di emergenza, per far fronte ai prezzi elevati del gas nell’UE e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in inverno.

Il 9 marzo 2023 la Commissione europea ha adottato un nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione per promuovere misure di sostegno in settori fondamentali per la transizione verso un’economia a zero emissioni nette, in linea con il piano industriale del Green Deal. Il nuovo quadro modifica e proroga in parte il quadro temporaneo di crisi adottato il 23 marzo 2022 per consentire agli Stati membri di avvalersi della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’economia nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina. Insieme alla modifica del regolamento generale di esenzione per categoria approvata dalla Commissione lo stesso giorno, il quadro temporaneo di crisi e transizione contribuisce ad accelerare gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa e aiuta gli Stati membri a realizzare progetti specifici nell’ambito dei piani nazionali per la ripresa.

Infine, da maggio 2012 la Commissione attua un ambizioso programma di riforma degli aiuti di Stato (“modernizzazione degli aiuti di Stato“) con tre obiettivi strettamente collegati: i) promuovere la crescita in un mercato interno rafforzato, dinamico e competitivo; ii) concentrare l’applicazione delle norme sui casi con il maggiore impatto sul mercato interno; e iii) adottare norme semplificate e decisioni più rapide.

L’esercizio di modernizzazione degli aiuti di Stato ha consentito agli Stati membri di attuare rapidamente gli aiuti di Stato che promuovono gli investimenti, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, mentre la Commissione ha concentrato il controllo degli aiuti di Stato sui casi più suscettibili di falsare la concorrenza.

Il 7 gennaio 2019 la Commissione ha avviato, in linea con i suoi orientamenti per legiferare meglio, la valutazione delle norme adottate nel quadro dell’esercizio di modernizzazione degli aiuti di Stato, ad esempio, tra le altre, della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia e della comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI). La valutazione ha assunto la forma di un “controllo dell’adeguatezza“, il cui obiettivo è quello di fornire una base per decidere se prorogare o eventualmente aggiornare ulteriormente le norme vigenti.

I risultati dell’esercizio di valutazione sono sintetizzati in un documento di lavoro dei servizi della Commissione. I traguardi del controllo dell’adeguatezza sono elencati nel portale “Legiferare meglio”. Tutte le norme pertinenti in materia di aiuti di Stato, comprese quelle già modificate, sono disponibili qui.

Citazioni

“Il quadro di valutazione sugli aiuti di Stato pubblicato oggi mostra che anche nel 2021 gli Stati membri hanno continuato a mobilitare un sostegno ingente per mantenere in vita le imprese duramente colpite dalla crisi pandemica. I dati dimostrano che le misure temporanee adottate sono risultate proporzionate, necessarie e adeguate ai danni economici subiti durante la crisi.”

Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile per la Concorrenza – 24/04/2023

FONTE: COMMISSIONE EUROPEA