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Pubblicato il 14 marzo 2023

Domande e risposte sulla revisione dell’assetto del mercato interno dell’energia elettrica dell’UE

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1. Perché la Commissione propone di riformare l’assetto del mercato dell’energia elettrica dell’UE?

Da oltre vent’anni il sistema del mercato dell’energia elettrica dell’UE garantisce forniture, prezzi accessibili; ha inoltre consentito all’Unione di adottare il processo di decarbonizzazione. Secondo l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER), l’Unione ha realizzato un risparmio annuo di circa 34 miliardi di €. Tuttavia, nel corso del 2021 e del 2022, i prezzi dell’energia sono aumentati considerevolmente e sono diventati più volatili, in particolare a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha destabilizzato i mercati mondiali dell’energia. Molti consumatori, sia famiglie che imprese, hanno constatato un aumento significativo delle bollette energetiche, anche se il costo delle energie rinnovabili è diminuito continuamente nel tempo.

La crisi ha richiesto un’ampia gamma di misure di emergenza a livello unionale e nazionale per attenuare l’impatto, misure a breve termine che hanno contribuito ad arginare le conseguenze immediate dell’impennata dei prezzi dell’energia; nondimeno, la crisi ha messo in luce varie carenze dell’assetto del mercato, in particolare il grado di esposizione dei consumatori e dell’industria alle impennate dei prezzi dell’energia. La forte volatilità dei prezzi, connessa al ruolo tuttora preminente della produzione basata sui combustibili fossili nella fissazione dei prezzi dell’energia elettrica, ha evidenziato la forte dipendenza del sistema elettrico dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili e la mancanza di flessibilità delle fonti di combustibili non fossili.

Per far fronte a queste carenze emerse durante la crisi e trarre vantaggio dalla crescente importanza delle energie rinnovabili, nel discorso sullo stato dell’Unione dell’anno scorso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato una riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica. I leader europei hanno invitato la Commissione a presentare una riforma con il duplice obiettivo di garantire la sovranità energetica europea e conseguire la neutralità climatica. La riforma fa parte del piano industriale del Green Deal volto a rafforzare la competitività dell’industria europea a zero emissioni nette e ad accelerare la transizione verso la neutralità climatica.

2. Quali sono le componenti e gli obiettivi della revisione proposta?

La proposta prevede la revisione sostanziale di vari atti legislativi dell’UE, in particolare il regolamento sull’energia elettrica, la direttiva sull’energia elettrica e il regolamento REMIT; comprende una serie di misure che, collocandosi tra i mercati a breve termine e le bollette dell’energia elettrica in carico ai consumatori, sono intese a rendere le bollette dell’energia elettrica meno dipendenti dai prezzi dei combustibili fossili: incentivano i contratti a più lungo termine, in particolare stimolando il mercato degli accordi di compravendita di energia elettrica, stabilizzano i prezzi dell’energia elettrica e contengono i ricavi eccessivi dei produttori di energia imponendo il ricorso a contratti bidirezionali per differenza per i nuovi investimenti nella produzione a basse emissioni di carbonio laddove sono necessari finanziamenti pubblici, e migliora i mercati dei forward dell’energia elettrica.

La proposta comprende misure volte ad accelerare la diffusione delle rinnovabili e l’eliminazione graduale del gas agevolando ulteriormente l’integrazione delle energie rinnovabili nel sistema elettrico e migliorando le condizioni per l’uso di soluzioni di flessibilità quali la gestione della domanda, lo stoccaggio e altre fonti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio indipendenti dalle condizioni meteorologiche. Questo obiettivo sarà raggiunto, tra l’altro, accelerando la diffusione di progetti multinazionali in materia di energie rinnovabili offshore nei diversi bacini marittimi europei e garantendo l’accesso al mercato della produzione di energia rinnovabile offshore. Le misure proposte miglioreranno l’efficienza dei mercati a breve termine per offrire maggiori opportunità commerciali ai partecipanti. Il rafforzamento della flessibilità del sistema elettrico offerta dalle tecnologie dei combustibili non fossili, ad esempio nello stoccaggio e nella gestione della domanda, faciliterà in ultima analisi l’integrazione delle rinnovabili più economiche e porterà pertanto a prezzi dell’energia più stabili sia le famiglie che per l’industria.

La proposta intende tutelare i consumatori dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili grazie a una più ampia scelta contrattuale e a un accesso più diretto alle energie rinnovabili. Mira a incentivare gli investimenti nelle rinnovabili agevolando l’accesso a contratti a più lungo termine per gli sviluppatori (contratti per differenza sostenuti dallo Stato e accordi privati di compravendita di energia elettrica). Gli Stati membri dovranno quindi garantire che le imprese che incontrano ostacoli all’accesso al mercato degli accordi di compravendita di energia elettrica e che non si trovano in difficoltà finanziarie possano disporre di strumenti atti a ridurre i rischi associati all’inadempimento degli obblighi di pagamento a lungo termine dell’acquirente nel quadro degli accordi di compravendita suddetti. Gli strumenti potranno prendere la forma di regimi di garanzia a prezzi di mercato come anche di un sostegno pubblico agli accordi di compravendita di energia elettrica da combustibili non fossili. La riforma introduce l’obbligo per gli Stati membri di fornire sostegno pubblico a investimenti nuovi nella produzione di energia elettrica da combustibili non fossili a basse emissioni di carbonio sotto forma di contratti bidirezionali per differenza. L’obiettivo ultimo è garantire condizioni di investimento sicure e stabili per gli sviluppatori di energia rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, riducendo il rischio e i costi del capitale ed evitando nel contempo proventi straordinari in periodi di rincaro dei prezzi. Detti strumenti dovranno promuovere la stabilità e la prevedibilità dei costi dell’energia in tutta l’UE, il che è fondamentale per migliorare la competitività dell’industria unionale.

Infine, la riforma proposta rafforzerà la capacità dell’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) e dei regolatori nazionali di monitorare l’integrità e la trasparenza del mercato dell’energia all’ingrosso, per arrivare a un comportamento competitivo dei mercati e a una fissazione trasparente dei prezzi.

3. Con la revisione s’intende disaccoppiare i prezzi dell’energia elettrica dal gas? 

Quanto più sosteniamo la diffusione di fonti energetiche rinnovabili e di soluzioni di flessibilità per i combustibili non fossili (come la gestione della domanda e lo stoccaggio), tanto più affranchiamo i sistemi elettrici dalla produzione di combustibili fossili, con conseguente riduzione dei prezzi dell’energia elettrica. In attesa di una più capillare diffusione di dette soluzioni è necessario strutturare i contratti con i consumatori in modo da ridurne la volatilità disaccoppiando le bollette energetiche dei cittadini dai prezzi sui mercati a breve termine all’ingrosso. La riforma assicura a tutti i cittadini il diritto di scegliere contratti a lungo termine a prezzo fisso per ridurre la loro esposizione alle impennate dei prezzi, come è accaduto con le bollette fluttuanti degli ultimi 18 mesi.

L’idea di disaccoppiare le bollette elettriche dei consumatori dal prezzo del gas è stata uno dei principali motori delle proposte politiche di questa riforma. Sebbene le misure proposte non incidano sulla formazione dei prezzi nei mercati a breve termine, la riforma cambia le modalità di retribuzione dei produttori infra-marginali. In altre parole, anche se i produttori continueranno ad essere attivi sul mercato a breve termine, la volatilità del prezzo di quel mercato non determinerà più i loro ricavi, che saranno invece influenzati piuttosto sui contratti a lungo termine, come gli accordi di compravendita di energia elettrica e i contratti bidirezionali per differenza, a seconda che l’impianto sia stato finanziato con fondi pubblici o privati. Gli accordi di compravendita di energia elettrica contribuiranno a rendere i costi dell’energia elettrica delle imprese e degli operatori industriali più stabili e a prova di crisi. Quando i prezzi di mercato aumentano, per ridurre direttamente le bollette elettriche di tutti i consumatori di energia elettrica (imprese e settore industriale compreso), gli Stati membri dovranno ricorrere ai pagamenti ottenuti con contratti bidirezionali per differenza. Queste soluzioni offrono ai consumatori i vantaggi di un approvvigionamento di energia elettrica a prezzi accessibili, assicurano risorse finanziarie e prevedibilità per facilitare la diffusione di energia rinnovabile e a basse emissioni di carbonio che ridurrà il ruolo del gas nella fissazione del prezzo dell’energia elettrica.

Con la riforma proposta anche i piccoli consumatori potranno ridurre la dipendenza delle bollette dai prezzi del gas grazie a un migliore accesso alle energie rinnovabili a basso costo attraverso la condivisione dell’energia. La condivisione dell’energia offre a un gruppo più ampio di consumatori l’opportunità di accedere all’energia rinnovabile autoprodotta che un singolo prosumatore condivide con altri consumatori, oppure condivisa tra due o più consumatori che hanno un impianto di produzione fuori sito in comproprietà, in leasing o in affitto.

4. In che modo la revisione sostiene gli investimenti nelle energie rinnovabili, nella decarbonizzazione e negli altri obiettivi del Green Deal europeo?

Poiché per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e di REPowerEU l’Unione deve triplicare il tasso di diffusione delle rinnovabili, uno degli obiettivi principali della riforma è stimolare gli investimenti nelle energie rinnovabili. Si prevede che la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (prevalentemente solare ed eolica) passi dal 37% nel 2020 a oltre il 65% entro il 2030. La revisione proposta comprende pertanto una serie di elementi volti a migliorare le condizioni di investimento dei produttori di energia rinnovabile e a basse emissioni di carbonio.

In primo luogo, il miglioramento dei mercati dei contratti a lungo termine aumenterà la certezza degli investimenti, ossia offrirà ai fornitori di energia rinnovabile ricavi prevedibili e ridurrà il rischio finanziario e i costi di capitale. Sarà inoltre essenziale migliorare la flessibilità del sistema per integrare un maggior numero di rinnovabili. La proposta impone agli Stati membri di valutare il proprio fabbisogno di flessibilità del sistema elettrico alimentato da combustibili non fossili, come la gestione della domanda e lo stoccaggio, e di stabilire obiettivi per soddisfarlo. Gli Stati membri possono anche delineare o ridelineare meccanismi di capacità al fine di promuovere soluzioni di flessibilità. La proposta offre agli Stati membri la possibilità di introdurre nuovi regimi di sostegno specificamente per le soluzioni di flessibilità non fossili. In base all’esperienza acquisita durante la crisi, la riforma estende il cosiddetto “livellamento dei picchi”, una serie di misure che, flettendo la domanda durante le ore di punta, riducono il consumo di gas nel settore elettrico.

I gestori dei sistemi saranno tenuti ad aumentare la trasparenza sulla disponibilità delle capacità di connessione alla rete e i termini si avvicineranno al tempo reale per consentire scambi più efficienti e misure di bilanciamento.

La riforma agevolerà l’accesso diretto dei piccoli consumatori alle rinnovabili grazie alla condivisione dell’energia. Ad esempio, i locatari potranno accedere all’energia elettrica solare in eccesso prodotta sul tetto di vicini, familiari o amici. I consumatori potranno investire in parchi eolici o solari e vendere l’energia elettrica in eccesso ai vicini, non solo al loro fornitore.

Queste misure saranno integrate da altre misure e obiettivi attualmente all’esame in sede di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili o incluse nella direttiva riveduta sull’efficienza energetica recentemente concordata dai colegislatori.

5. In che modo questa riforma rafforzerà la protezione e la responsabilizzazione dei consumatori?

Uno degli obiettivi centrali della riforma è rafforzare la protezione dei consumatori a fronte della volatilità dei prezzi e dar loro maggiori responsabilità nella scelta contrattuale e un accesso più diretto alle energie rinnovabili. Le proposte introducono nuovi diritti per i consumatori nei contratti a prezzo fisso, permettono loro di concludere contratti multipli o contratti su misura combinati e di accedere a informazioni precontrattuali più chiare. Questa scelta più ampia consentirà ai consumatori, se lo desiderano, di fissare prezzi sicuri e a lungo termine che li mettano al riparo da sobbalzi improvvisi. Potranno contestualmente beneficiare della variabilità dei prezzi per consumare energia elettrica quando costa meno, ad esempio per ricaricare veicoli elettrici o nelle pompe di calore.

La proposta aumenta la tutela di tutti i consumatori, con una protezione supplementare per i più vulnerabili. Tutti gli Stati membri dovranno designare un fornitore di ultima istanza in modo che nessun consumatore resti senza energia elettrica in caso di inadempimento del fornitore. Gli Stati membri dovranno garantire che i consumatori vulnerabili in arretrato nei pagamenti non siano scollegati. In caso di crisi gli Stati membri possono estendere i prezzi al dettaglio regolamentati alle famiglie e alle PMI.

Tutti i consumatori, compresi quelli vulnerabili e in condizioni di povertà energetica, potranno accedere direttamente alle energie rinnovabili attraverso la partecipazione modalità di condivisione dell’energia. Il diritto alla condivisione dell’energia consentirà ai consumatori di controllare il proprio futuro energetico: potranno vendere o cedere energia elettrica ad altri consumatori, avere un impianto di produzione fuori sito in comproprietà, in leasing o in affitto, condividere l’energia all’interno delle loro comunità. Tutti i consumatori interessati, anche quelli che non hanno un tetto adatto o non possono permettersi di investire nei pannelli solari, potranno beneficiare direttamente delle energie rinnovabili, affrancando quindi le bollette dell’energia elettrica dal prezzo del gas.

6. In che modo la revisione proposta rende il mercato dell’energia elettrica dell’UE più resiliente ai futuri sobbalzi dei prezzi e rafforza la competitività dell’industria dell’UE?

Per aumentare la stabilità e la prevedibilità del costo dell’energia, la proposta intende migliorare l’accesso a contratti e mercati a più lungo termine e più stabili, quali gli accordi di compravendita di energia elettrica, i contratti per differenza e i mercati forward. L’industria unionale risulterà più competitiva grazie a prezzi più stabili per il consumo energetico e all’aumento della disponibilità di fonti rinnovabili a basso costo.

La proposta è intesa ad appianare un certo numero di difficoltà, tra cui i rischi di credito dei consumatori. In primo luogo, gli Stati membri devono disporre strumenti per ridurre i rischi finanziari delle imprese che faticano ad accedere al mercato degli accordi di compravendita di energia elettrica, tra i quali sistemi di garanzia a prezzi di mercato. Per stimolare la crescita del mercato di detti accordi, i promotori di progetti di energia rinnovabile e a basse emissioni di carbonio che partecipano a una gara d’appalto pubblico saranno autorizzati a tener da parte una quota della produzione per venderla mediante accordo di compravendita. Le imprese di vendita al dettaglio di energia elettrica dovranno ora assicurare una copertura adeguata; dovranno quindi, nell’acquisto di energia elettrica, affidarsi non solo ai mercati a breve termine, ma anche quelli a lungo termine, come gli accordi di compravendita, al fine di attenuare il rischio di eccessiva esposizione alla volatilità dei prezzi.

Con la riforma, il sostegno offerto ai produttori per nuovi investimenti nella produzione di energia elettrica a basse emissioni di carbonio è strutturato come contratti bidirezionali per differenza che stabilizzano i prezzi fissando, oltre a una garanzia di ricavi, anche un massimale ai ricavi di mercato delle attività produttive. In tal modo i produttori, pur mantenendo la certezza dei ricavi garantita dallo Stato, non trarranno profitti eccezionali da prezzi di mercato troppo alti. Secondo la proposta i ricavi superiori al massimale sono convogliati a sostenere tutti i consumatori di energia elettrica proporzionalmente al loro consumo, al fine di abbassare direttamente i prezzi.

Un altro mezzo per tutelarsi dall’eccessiva volatilità dei prezzi sono i contratti a lungo termine che bloccano i prezzi futuri, come i cosiddetti “contratti forward”. Nell’intento di spingere questo mercato, la proposta creerà regioni di riferimento per aumentare la liquidità, migliorando le possibilità di copertura, e obbligherà i gestori dei sistemi a fornire diritti di trasmissione, sia su base regolare che a scadenza più lunga (fino a 3 anni). Infine, con le modifiche proposte al regolamento REMIT, le autorità nazionali e dell’UE potranno monitorare meglio l’integrità e la trasparenza del mercato dell’energia, assicurando in tal modo il comportamento competitivo dei mercati e la fissazione trasparente dei prezzi.

7. Che differenza c’è tra gli accordi di compravendita di energia elettrica, i contratti per differenza e i mercati forward? 

Contratti per differenza: contratti conclusi da un ente pubblico per stimolare gli investimenti; integrano il prezzo di mercato pagato per l’energia elettrica se è inferiore a un dato livello, ma impongono al produttore di rimborsare l’eccesso quando il prezzo di mercato è superiore a un dato livello. L’effetto netto è che ricavi e prezzo sono stabili, prossimi ai costi di produzione senza superarli. Molti di questi contratti hanno attualmente solo una garanzia sui ricavi, ma vi è margine per più contratti bidirezionali per differenza.

Un contratto bidirezionale per differenza è un contratto firmato tra un produttore di energia elettrica e un ente pubblico, tipicamente lo Stato, che fissa un prezzo di esercizio, solitamente mediante gara d’appalto. Il produttore vende l’energia elettrica sul mercato, ma poi risolve con l’ente pubblico la differenza tra il prezzo di mercato e il prezzo di esercizio. Il produttore riceve quindi un reddito stabile per l’energia elettrica che produce, ma il contratto prevede al tempo stesso una limitazione dei ricavi quando i prezzi di mercato sono alti: in un contratto bidirezionale, se il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di esercizio, il produttore riceve la differenza; se è superiore, il produttore rimborsa la differenza.

Accordo di compravendita di energia elettrica: contratto commerciale tra un cliente e un produttore in base al quale il produttore si impegna a vendere l’energia elettrica (direttamente) al cliente a un determinato prezzo.

Contratto forward: contratto tra un cliente e un produttore per acquistare/vendere una determinata quantità di energia elettrica a un determinato prezzo in futuro. in genere serve a coprire il rischio prezzi e a ridurre la dipendenza dai prezzi a breve termine. È simile a un accordo di compravendita ma generalmente di durata più breve.

8. Quando saranno in vigore queste nuove norme?

La proposta sarà adottata secondo la procedura legislativa ordinaria, ossia i vari atti legislativi dovranno essere discussi e ottenere l’accordo del Parlamento europeo e del Consiglio: spetta loro stabilire tempi e modi dei negoziati. La Commissione confida comunque che i colegislatori trattino la riforma in via prioritaria e ne auspica l’adozione quanto prima.

FONTE: COMMISSIONE EUROPEA